le vedo ancora le macchie colorate
di quel carnevale lontano:
l'amore si ispessiva, sgravando solitudine
mi trascinavo il fumo dentro
paga di una raucedine inguinale.
volevo aria, annusavo soltanto,
come un gatto malato, murato
sotto lastre di possesso.
poi, un calcio, in avanti, violento
fino a crepare le pareti
per fuggire ogni tanto dalle fessure.
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