I rami della quercia frustano
le mura del carcere spezzando
l'aria in tante piccole schegge,
gocce di luce che pendono
sulla pelle, accompagnate
da nitriti calibrati a briglie
incarnite al collo della miseria;
una cavità antica, un amore feroce,
il corpo appeso ad una fune di parole.
Prego, a mani mozze,
bestemmiando le litanie,
con il sangue che mi incolla i talloni.
Donatella Maino
Ciao Donatella, mi fa piacere trovarti. Se vuoi visitare il mio blog, grazie: http://leggerepoesia.blogspot.com
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