Le tue poesie, madre, scritte
sui panni stesi ad asciugare.
ogni molla fermava un attimo di vita.
sui panni stesi ad asciugare.
ogni molla fermava un attimo di vita.
solo ora riesco a
leggere.
la polenta in mezzo al tavolo
e l'aringa affumicata legata
al lume piantato nel soffitto,
una piccola carezza, si raccomandavano,
solo il profumo o la puzza del moncone limato
e via, quel pesce doveva *vivere* una settimana.
e l'aringa affumicata legata
al lume piantato nel soffitto,
una piccola carezza, si raccomandavano,
solo il profumo o la puzza del moncone limato
e via, quel pesce doveva *vivere* una settimana.
i tuoi racconti assomigliavano
a favole tristi vissute fra due guerre:
a favole tristi vissute fra due guerre:
sfollati in Moravia nella
prima,
rimanesti senza capelli,
divorati da una vacca più affamata di te.
l'amore tossico per le patate con la buccia,
riempivano la pancia ma diventavano subito pipì.
rimanesti senza capelli,
divorati da una vacca più affamata di te.
l'amore tossico per le patate con la buccia,
riempivano la pancia ma diventavano subito pipì.
Prima delle seconda guerra
aspettavi
un bambino, ti sposasti per amore? chissà.
Mario era il nome di mio padre
e del fratellino che visse neanche un anno,
conservavi le foto del morticino,
fiori d'arancio in cui spiccava un volto piccolino.
un bambino, ti sposasti per amore? chissà.
Mario era il nome di mio padre
e del fratellino che visse neanche un anno,
conservavi le foto del morticino,
fiori d'arancio in cui spiccava un volto piccolino.
Poi Sergio, è morto nel
duemilasette, sai?
Forse è lì con te, lo spero tanto, piano piano
si sta ricomponendo la famiglia
ma io non vi vedo. Vi sento, si, vi sento.
Forse è lì con te, lo spero tanto, piano piano
si sta ricomponendo la famiglia
ma io non vi vedo. Vi sento, si, vi sento.
Quanta poesia in tutto ciò, madre
mia,
solo per riuscire a vivere,
ecco,
solo per non cadere
fra i rovi e insanguinarmi con le more
frutti di una gioventù che scriveva sempre
come avevi fatto tu, sui panni del dolore.
solo per non cadere
fra i rovi e insanguinarmi con le more
frutti di una gioventù che scriveva sempre
come avevi fatto tu, sui panni del dolore.
Donatella - settembre 11, 2010
bella e intensa poesia, ma il blog andrebbe un pò implementato non credi?
RispondiEliminagrazie, Enio, purtroppo non dedico più molto tempo alle "relazioni sociali"... per pigrizia, chissà!
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