Ah, poter sorvergliare la mia vita!
Ricordo quel convento,
quelle vesti ampie e nere
andare fruscianti verso
grani di giaculatorie, amen o così sia!
Poi la gobba, quasi piegata in due
per nascondere attributi e rossori
affidandomi alla vergine maria.
La paura dei passi falsi, "bada a te,
indietro non si torna nessun ago e filo
può aggiustare labbra di rosa, nessuno
ti vorrà più, segnata a dito per la via".
La curiosità si fece inganno.
Scese la notte, sentivo il pulsare delle arterie
nella mente mille strali come fuochi d'artificio,
svolazzava qualche cornacchia o... erano le suore?
Lo vidi venire verso di me, ci sogliemmo nella neve,
ci accostammo, ci penetrammo,
forse era l'abisso, forse era la campanella dei frati,
ti prego fammi luce...
Me ne tornai a casa, placata, quasi rasserenata per quel dovere assolto.
Donatella Maino
Art. Vilma Alberti.
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